mercoledì 23 settembre 2015
Mostra di Alex Webb “Where tomorrow is yesterday: Fotografie dall’India” – Galleria Contrasto
Si apre oggi mercoledì 23 settembre presso Galleria Contrasto di Milano, alla presenza dell'autore, la mostra di Alex Webb, Where tomorrow is yesterday: Fotografie dall’India. Il fotografo dell'agenzia Magnum presenta al pubblico una selezione delle opere di realizzate per Expo 2015 Milano
Alex Webb, oggi reporter di fama internazionale, inizia la sua carriera negli anni ‘70 fotografando in bianco e nero. Durante un viaggio ad Haiti nel 1975 cambia il suo modo di vedere e di fotografare. La scoperta delle potenzialità espressive del colore dà la nascita alle sue immagini dense e vibranti, che raccontano luoghi e condizioni indagandone a fondo ogni aspetto. È una scelta narrativa precisa che lo porta a cercare i luoghi dove la luce e i colori diventano, con una forza a volte crudele, elementi di base per comprendere e descrivere un territorio.
Entrato a far parte dell’agenzia Magnum nel 1976, Webb non ama definirsi "fotogiornalista" ma si sente piuttosto un "fotografo di strada", per il coinvolgimento con cui affronta ogni viaggio e ogni lavoro: Haiti, i Caraibi, il Messico, l’Etiopia, il Costa Rica, il Brasile, ma anche la Russia e il New England delle sue origini. Le sue foto appaiono complesse, cariche di elementi, di superfici riflesse, di aperture che moltiplicano i livelli di lettura, immagini cariche di una luce forte, violenta, a tratti esasperata, dove si esaltano ombre e colori.
Alex Webb. Where Tomorrow is yesterday: Fotografie dall'India
CONTRASTO GALLERIA
Via Ascanio Sforza 29, Milano
24 settembre - 21 novembre 2015
Ingresso gratuito
Dal martedì al sabato, dalle 15 alle 19 e su appuntamento
venerdì 18 settembre 2015
Storie #2/3 – Prima del petrolio. Un reportage di Marco Palladino
«La pioggia è anche detta ‘megaphusp’ (fiore di nuvole) e ci sono almeno 25 nomi che fanno riferimento ad altrettanti sistemi idraulici per l’irrigazione e l’acqua potabile, che hanno fatto del Rajasthan il più fiorente deserto della terra.»
giovedì 16 luglio 2015
Elegance and Dignity. L'India per Immagini al Parco Nazionale d'Abruzzo

lunedì 16 marzo 2015
In Toscana la mostra fotografica che presenta immagini dal progetto "Elegance and Dignity - Stories from India
"Gli umili, gli sfruttati, gli ultimi sono portatori di una grande dignità. Essi incarnano il senso pieno di questa parola perché vivono in una realtà dove la dignità non si ottiene facilmente"
In occasione della Festa Dei Camminanti (www.camminanti.it) Marco Palladino presenta un racconto sull’India che passa attraverso un dibattito, un visual show, un mostra fotografica e un libro fotografico di 172 pagine
La mostra fotografica presenta immagini dal progetto "Elegance and Dignity - Stories from India" confluito in un libro edito da Dalia Edizioni che descrive fotograficamente uno dei paesi più importanti nella scena mondiale, la cui economia è ormai al pari di quella cinese. In particolare, le relazioni tra lo sviluppo industriale recente e la tradizione agricola, sollevando quesiti legati alla preservazione del territorio e delle minoranze, alla filiera e al processo di smaltimento dei rifiuti del cosiddetto primo mondo e al conseguente inquinamento ambientale incontrollato (emblematico il reportage sul cimitero delle navi di Alang).
TEATRO VERDI – VICOPISANO
dal 27 marzo al 05 aprile
(inaugurazione 27 marzo ore 18,00)
info: www.vicone.it
Orari Mostra:
Venerdi 27 marzo : ore 18 presentazione libro e inaugurazione mostra;
Sabato 28 marzo: dalle 11-13 e dalle 15.30-19
Domenica 29 marzo: 11- 13 e dalle 15.30-19
da Lunedi 30 a Giovedi 2 aprile: dalle 16.30-19
Venerdi 3 aprile: dalle 16.30-19
Sabato 4 aprile: dalle 11-13 e dalle 15.30-19
Domenica 5 aprile: dalle 16-19
mercoledì 10 dicembre 2014
Stories from India di Marco Palladino - MOSTRA FOTOGRAFICA in una serata dedicata all’India
Domenica 14 in occasione di una bellissima iniziativa dedicata all'India dall' Associazione Shiva Mahadeva nello splendido locale Shari Vari in via di Torre Argentina 78 a Roma, verranno presentati tre dei reportage che compongono il progetto “Elegance and Dignity – Stories from India” di Marco Palladino, con allestimento foto e filmati video.
La serata di presentazione si svolgerà Domenica 14 Dicembre presso lo SHARI VARI a partire dalle 19 e oltre la MOSTRA FOTOGRAFICA di Marco Palladino si terranno:
SPETTACOLO DI DANZA Classica dell’india, stile Odissi. Marialuisa Sales
MUSICA ”Mandala" live duo di Handpan (hang), Andrea B...alda e Alessio de Simone
Partecipa Tu, e porta un Amico, l’ ingresso all’ apericena sarà di 15 Euro , parte del ricavato della serata ci aiuterà a portare un sorriso in India.
CONDUCIMI DALL’ IRREALE AL REALE, DALL’ OSCURITA’ ALLA LUCE, DALLA MORTE ALL ’IMMORTALITA’.
(BRIHADARANYAKA UPANISHAD) 1 . 3 . 28.
Shari Vari via di Torre Argentina, 78 00186 Roma www.sharivari.it
L’ Associazione SHIVA MAHADEVA nasce da un atto di amore nei confronti di un paese straordinario, affascinante, terribile ed amorevole nello stesso tempo, l’India.
L’obiettivo fondamentale che l’Associazione SHIVA MAHADEVA si propone di perseguire è quello di far conoscere in tutte le sue sfaccettature la millenaria cultura indiana, sostenendola, creando un ponte tra l’ Italia e l’India.
giovedì 18 settembre 2014
Stories from India – mostra fotografica di Marco Palladino
Gli umili, gli sfruttati, gli ultimi sono portatori di una grande dignità.
Essi incarnano il senso pieno di questa parola, perché vivono in una realtà
dove la dignità non si ottiene facilmente
venerdì 11 aprile 2014
Elegance and Dignity – Stories from India
Essi incarnano il senso pieno di questa parola
perché vivono in una realtà dove la dignità non si ottiene facilmente
ACQUISTA LIBRO FOTOGRAFICO >
Elegance and Dignity di Marco Palladino raccoglie diversi reportage che attraversano l'India dello sviluppo industriale recente, del lavoro e della classe povera, per portare lentamente a un dialogo con l'India preindustriale dei villaggi agricoli e arcaici. Il percorso parte dalla Mumbay moderna, soffermandosi sulle realtà di neo-proletariato urbano dai connotati tipicamente indiani; passa poi per i cimiteri navali in Gujarat, dove nugoli di operai smontano a mano navi gigantesche.
La ricerca iconografica si sofferma sui villaggi preindustriali dell'India, che vivono a stretto contatto con la modernità, senza parteciparvi; sui villaggi dei pescatori minacciati dall'inquinamento e dalla pesca industriale nella regione delle minoranze etniche e giunge raccontare delle donne indiane che svolgono lavori usuranti nei villaggi agricoli preindustriali.
Le fotografie su Udaipur, in Rajasthan, e su Hanpi, in Karnataka, concludono il libro con una chiave di lettura storica.
Elegance and Dignity - Stories from India
ACQUISTA DALLA CASA EDITRICE
ACQUISTA IN GOOGLE BOOKS
PAGINA FACEBOOK di ELEGANCE AND DIGNITY
RECENSIONI
http://witness.fotoup.net/index.php?id=376
http://www.erodoto108.com/elegance-and-dignity-stories-from-india/
ELEGANCE AND DIGNITY BOOK EXHIBIT @ BOOKCITY MILANO:
http://www.bookcitymilano.it/scheda-evento/elegance-and-dignity-stories-from-india-con-marco-palladino
http://www.milanotoday.it/eventi/bookcity-2014-elegance-and-dignity.html
http://www.mondorosashokking.com/La-Sbirciatina/Elegance-and-dignity--Stories-from-India/
http://www.themammothreflex.com/incontri/2014/11/04/la-fotografia-protagonista-alledizione-2014-di-bookcity-milano/
http://www.frigoriferimilanesi.it/index.php?action=index&p=57&eve=255
http://www.micultarte.it/fotografia/846-elegance-and-dignity-stories-from-india.html
http://www.arte.it/calendario-arte/milano/mostra-elegance-and-dignity-stories-from-india-11272
http://www.linkazzato.it/bookcity-milano-guida-tutte-date/
http://trova-eventi.it/milan-bookcity-milano-elegance-and-dignity-stories-from/
http://www.citylightsnews.com/news/milano-e-dintorni/1186-httpwwwmilanotodayiteventibookcity-2014-elegance-and-dignityhtml
http://www.milanoweekend.it/2014/11/11/book-city-milano-2014/40038#.VGHT0b5DDR0
http://www.ildialogo.org/esteri/RassegnaBrics_1415435602.htm
http://www.lobodilattice.com/mostre-arte/bookcity-2014-elegance-and-dignity-stories-india
http://www.bobobo.it/milano/eventi/bookcity-milano--elegance-and-dignity--stories-from-india--e995683#.VGaacr5DDR0
http://www.getvamos.com/events/bookcity-milano-elegance-and-dignity-stories-from-india/8096477
http://www.eventa.us/evento/bookcity-milano-elegance-and-dignity-stories-from-india
http://www.swotee.it/226850/Bookcity-Milano-Elegance-And-Dignity-Stories-From-India
https://world.timeout.com/events/bookcity-milano-elegance-and-dignity-stories-from-india
http://www.zonize.com/event/2162822/bookcity-milano-elegance-and-dignity-stories-from-india
STORIES FROM INDIA - EXHIBITION @ CENTRAL LIBRARY OF PESARO (PU)
http://www.arte.it/calendario-arte/pesaro-e-urbino/mostra-marco-palladino-elegance-and-dignity-stories-from-india-10732
giovedì 3 aprile 2014
Elegance and Dignity – Stories from India. Libro fotografico. Prossima presentazione: venerdì 4 aprile
"Gli umili, gli sfruttati, gli ultimi sono portatori di una grande dignità. Essi incarnano il senso pieno di questa parola, perché vivono in una realtà dove la dignità non si ottiene facilmente."
Elegance and Dignity di Marco Palladino raccoglie dieci reportage, che attraversano l’India dello sviluppo industriale recente, del lavoro e della classe povera, dei villaggi agricoli e arcaici, l’India sacra e storica.
Il libro è il risultato di un progetto che ha seguito un unico percorso diversificato, volto a raccontare fotograficamente uno dei paesi più importanti nella scena mondiale, la cui economia è ormai al pari di quella cinese. L’autore si è soffermato sulle relazioni tra lo sviluppo industriale ed economico recente e la tradizione agricola.
Il percorso inizia nella Mumbai moderna, soffermandosi sulle realtà di neo-proletariato urbano dai connotati tipicamente indiani; passa poi per i cimiteri navali in Gujarat, dove nugoli di operai smontano a mano enormi navi. La ricerca iconografica si sofferma sui villaggi preindustriali dell’India che vivono a stretto contatto con la modernità senza parteciparvi; nei villaggi di pescatori minacciati dall’inquinamento e dalla pesca industriale, nella regione delle minoranze etniche, e giunge a raccontare delle donne indiane che svolgono lavori usuranti nei villaggi agricoli preindustriali. Le fotografie su Udaipur in Rajasthan e su Hampi in Karnataka chiudono il percorso con una chiave di lettura storica.
Presentazione del libro fotografico:
ELEGANCE AND DIGNITY. STORIES FROM INDIA
VENERDI 4 APRILE ORE 19.30 presso la "Casa dei Raccontastorie" di Shoot4Change
via del Mandrione 105 – Roma
INGRESSO GRATUITO
Sito del libro:
Pagina facebook del libro:
sabato 1 marzo 2014
Bujh (Gujarat) – Matrimoni, terremoto, santurari, ritratti di strada
Una storia minore tratta dal libro Elegance and Dignity - Stories from India, dal capitolo 4 dedicato alla storia del giovane imprenditore dell’acciaio reciclato in Gujarat…
lunedì 13 gennaio 2014
Witness Journal Issue #59 – con un reportage di M.Palladino sui cimiteri navali del Gujarat
É online il nuovo numero di Witness Journal, il #59 alla seconda uscita dal cambio di redazione. Questa uscita all’inizio del 2014 rappresenta la seconda tappa di un percorso di rinnovamento del giornale iniziato con il cambio di editore avvenuto lo scorso numero e sotto un nuovo coordinamento editoriale. Witness Journal è una realtà di pregio nel panorama editoriale italiano dedicato al reportage e ambisce entro l’anno a diventare anche cartaceo. In questo numero tra l’altro trovate anche il reportage realizzato da Marco Palladino in India che documenta la dura realtà dei siti di smaltimento delle navi, dove ogni anno perdono la vita migliaia di lavoratori esposti alle contaminazioni tossiche e agli incidenti sul lavoro. Si tratta di operai che provengono da zone molto povere e non ricevono alcuna formazione né forma di sicurezza per uno dei lavori considerato dall’Organizzazione Mondiale del Lavoro come il più pericoloso al mondo.…>>
LEGGI IN WITNESS JOURNAL #59 >>
india, spiaggia, carcassa, carico, pezzi, contenitori, corrosione, danneggiato, scartato, smaltimento, discarica, ambiente, ambientale, trasporto, rifiuti, beni, mucchio, indonesia, industria, ferro, spazzatura, discarica, metallo, mare, pile, inquinamento , inquinare, inquinato, riciclare, riciclaggio, riutilizzo, ruggine, arrugginito, scarto, rottami di ferro, nave, trasporto, pila, acciaio, tradizionale, trasporto, trasporto, rifiuti, brutto, utilizzare, rifiuti, naufragio, rottami
lunedì 9 dicembre 2013
Inquinamento e overfishing minacciano i villaggi di pescatori in Gujarat (India).
lunedì 29 luglio 2013
giovedì 30 maggio 2013
Che bella questa foto…merito certamente di Photoshop. Postproduzione e ritocco.
Che bella foto, chissà che interventi hai fatto in Photoshop? Volente o nolente qualsiasi fotografo si trova oggi a confrontarsi con domande del genere. Basti pensare alla foto vincitrice del World Press Photo Award 2013, la bella fotografia di Paul Hansen che tante reazioni ha suscitato, come è giusto che sia, la gran parte però rivolte al fotoritocco, secondo molti eccessivo, e ancora una volta tutti a scagliarsi contro il fotografo, reo secondo molti di aver calcato la mano per spettacolizzare una sua foto solo attraverso un uso quasi pittorico della luce e del colore, sicuramente ottenuto in maniera fasulla in postproduzione, secondo i molti detrattori.
C’è chi è arrivato ad ipotizzare che la luce sui volti, che arriva da sinistra, sia stata ricreata artificialmente dal fotografo in postproduzione, che fosse “impossibile” avere una simile luce. Senza nemmeno bisogno di ricordare che la luce rimbalza e che nulla di irreale appare in questa foto, mi chiedo perché ci sia tanta attenzione al fotoritocco e poca a ciò che la fotografia comunica e soprattutto racconta, trattandosi di immagine giornalistica. Quasi che il “teatro di posa” che è diventata la Palestina ormai faccia parte di una storia infinita, nell’immaginario collettivo, un fatto immutabile: “Toh guarda un’altra foto sui morti ammazzati in Palestina…mah, vediamo che postproduzione ha usato il fotografo…”
Questa la foto incriminata, che molti ormai conoscono
Alleggeriamo il tutto e parliamo di un contesto personale. Mi arrivano spesso domande da parte degli allievi circa la postproduzione dei miei scatti. Registro sempre tra chi inizia la sua avventura fotografica una convinzione che il passaggio in Photoshop sia ciò che dona a una foto la sua atmosfera e la sua intensità. A malincuore arrivano più domande in tal senso che non sulla visione del fotografo, o su ciò che lo ha portato a scegliere una determinata prospettiva, a mettere in risalto determinati elementi, o più semplicemente l’ora del giorno, la luce, ecc.
La postproduzione è un passaggio obbligato, si sa, ma appare agli occhi dei più la scorciatoia, quasi il “trucco di magia” con cui anche un fotografo mediocre può creare quasi dal nulla immagini spettacolari. Che ciò avvenga è risaputo, ma le foto mediocri appaiono spettacolari solo a chi non s’intende di fotografia , anche se ne consuma molta, il che oggi significa una moltitudine di persone. Anche in ambito di fotogiornalismo, si sa, la spinosa questione del fotoritocco fa passare notti insonni alle giurie più prestigiose. Tuttavia ritengo che chi, come nell’esempio della foto di Hansen, spara bordate contro la scelta di postproduzione sia decisamente in malafede. Possiamo ragionare tutt’al più sulla necessità di “finalizzare” (mi piace il termine inglese “tuning” che rende bene l’idea, lo utilizzerò in questo post), dare quel tocco finale a un’immagine, ma in il rischio è che oggi il fotografo “deve” esagerare per farsi notare. Mi chiedo se i fotografi non siano piuttosto vittime, tra l’altro sempre pronti ad aizzarsi l’uno contro l’altro.
Torniamo al ragionamento. Il fotoritocco come alternativa al saper fotografare, in un certo senso è questo che emerge. Non a caso nel fotogiornalismo, anche per tradizione, c’è una scuola di pensiero che sostiene le immagini grezze, dure e dirette e non solo pochissimo elaborate, anche pochissimo “pensate”. Di contro fotografi che hanno fatto della loro firma stilistica particolarmente evidente, spesso ottenuta in camera oscura (tradizionale), un segno di distinzione. In un certo senso la replicabilità del processo digitale ha fatto perdere valore a questo aspetto. I “trucchi” di camera oscura erano tratti distintivi di un fotografo, oggi un plug-in di Photoshop o altri software possono replicare “esattamente” un processo di sviluppo digitale utilizzato da un determinato autore, facendogli così perdere unicità. Chi non ha sentito parlare dell’effetto “Dave Hill” o dell’effetto “Dragan”? Basta cercare su youtube e i tutorial si sprecano.
Se una cosa è replicabile, si sa, non è più arte. Eppure ai posteri il “tocco” tipico delle immagini di questi anni apparirà come una moda. Personalmente vedo nella bella foto di Hansen il tipico “tuning” di questi anni, mi chiedo anche se non ne sia artefice qualcun altro, uno studio, un grafico di redazione. Anzi oggi che siamo tutti free-lance, più che di redazione, un grafico di qualche studio a pagamento. A pensarci bene, questa foto (come altre) è praticamente monocromatica, è un bianco e nero che però non vuol esserlo, con una nota di colore che di per sé suscita delle emozioni (generalmente un viraggio o verso tinte seppia o verso il blu, tipicamente da bilanciamento del bianco o da filtro) ma senza la distrazione indotta dai colori (ad esempio il blu elettrico della tuta indossata dall’uomo a destra).
Possiamo gridare allo scandalo o alla mistificazione? Il colore della tuta è fondamentale per la comprensione della storia narrata dalla foto? Ci muoviamo allora in un ambito dove le scelte non sono più dettate dal “giusto o sbagliato” ma anche e soprattutto dalle intenzioni dell’autore, nella migliore delle ipotesi, o più probabilmente di una redazione. Sono convinto che molti miei colleghi oggi si uniformino a un certo gusto per due ragioni di fondo: moda e opportunità. Non me la sento di dargli torto. Moda perché il gusto corrente predilige e quindi richiede immagini con questo tipo di tuning. Opportunità perché se non ti adegui è possibile che le tue foto siano penalizzate rispetto ad altre, e la concorrenza oggi si sa è spietata, perché il photoeditor di turno (sempre che ce ne sia uno nelle redazioni) a sua volta è condizionato dal gusto corrente. A meno che tu non sia un mostro sacro della fotografia che fa scelte totalmente autonome, uniformarsi alla moda è necessario.
Forse, in conclusione, se il fotoritocco in un certo senso si standardizza, la cosa non è poi così da temere. Magari in questo modo sono le foto a parlare più che il tuning. Forse che in bianco e nero le foto erano/sono tutte uguali?
Foto che ha suscitato curiosità negli allievi per la postproduzione che si supponeva molto elaborata
Personalmente, negli anni sto tornando sempre più verso il bianco e nero, vero e proprio. Il colore mi disturba, talvolta è protagonista di un’immagine, come nelle note fotografie di Steve McCurry ma il più delle volte distrae. Sta al fotografo non introdurre colori invadenti nelle sue foto, ma oggettivamente, pensando alla foto di Hansen, avrebbe dovuto chiedere alle persone in lutto di indossare abiti meno colorati? Una riflessione sul colore non può certo ridursi a queste poche righe. Mi sento di aggiungere che ormai note di colore forti e nette sono un espediente per catturare l’attenzione di un gusto più di massa. Così facendo tuttavia si “distrae” l’osservatore e non lo si induce a percepire un’immagine nella sua essenza, di forma, spazio, luce.
Perché il rischio è questo, che se una foto appare ricca di intensità anche grafica, è opinione corrente che sicuramente la postproduzione l’ha resa tale. In un certo senso si rischia oggi che un bravo fotografo che ha scelto finemente momento, composizione, luce, ecc. sia ritenuto tutt’al più un bravo “fotoritoccatore”. Personalmente e per lavoro io devo dialogare anche con chi è inesperto di fotografia (e mi piace farlo) e devo tener conto di ciò che una foto suscita. Una forte dose di contrasto, che si sa regge bene solo su foto che sono perfette dal punto di vista di luce ed esposizione, può apparire come un fotoritocco elaborato e complicato, tale da far pensare: “bella…che cosa hai fatto in photoshop?”. Una sensazione che sarebbe bene non suscitare.
Potrà sembrare incredibile ma questa foto dentro photoshop non è nemmeno passata. Il lavoro c’è, tutto sul RAW, ma quel che è stato aggiustato finemente è il dosaggio di luminosità e di contrasti, niente è stato introdotto o alterato. La foto a colori da cui “partiva” (nel RAW i dati sul colore sono sempre presenti anche se abbiamo utilizzato un effetto monocromo nella fotocamera) è questa, un’immagine a colori sì ma, per meglio dire, l’immagine come era prima dell’ultimo intervento di passaggio al bianco e nero.
La fotografia a colori lascia intravedere meglio come gli interventi correttivi siano avvenuti esclusivamente per un’ottimizzazione della luce, dove ricerco una curva tipicamente non digitale, con maggiore contrasto sui mezzitoni e compressione delle alteluci. Il digitale richiede una ottimizzazione di questo tipo perché registra la gamma tonale in maniera lineare, a differenza delle pellicole che hanno ciascuna una sua curva caratteristica.
Il colore qui è importante per trasmetterci l’atmosfera, la luce calda sul metallo, trattandosi di foto fatte all’alba, il contrasto cromatico tra questa e il blu dello sfondo o delle tute degli operai. Tutto questo non si perde interamente nel viraggio al bianco e nero, perché i contrasti cromatici si trasformano in contrasti di luce. Uno scatto di partenza con passaggi tonali puliti rende immagini in bianco e nero altrettanto nette. Direi che anzi il bianco e nero rende visibili maggiormente i passaggi di luce altrimenti camuffati dal colore (rivedere la foto in B&N).
Spero che da questa trattazione evidentemente parziale e solo abbozzata nasca una riflessione ulteriore, non ho la pretesa di possedere la verità su un argomento così controverso ma spero di aver fatto un po’ di luce partendo dalla mia personale esperienza di fotografo alle prese continuamente con dubbi amletici circa la post-produzione.
Può tornare utile leggere anche questi articoli che ho scritto sul medesimo argomento, partendo da spunti differenti.
FOTORITOCCO E POSTPRODUZIONE: DOVE E' IL LIMITE?
LA CURVA DI CONTRASTO CARATTERISTICA: PELLICOLA E DIGITALE

Tutti i post sul tema FOTORITOCCO >>>
Buona discussione…
©2013 fotobiettivo.it/ marco palladino – Tutti i diritti riservati
giovedì 21 marzo 2013
L’eleganza degli umili (videoanteprima) - Sfruttamento del lavoro femminile in India – Le donne muratrici
"Gli umili, gli sfruttati, gli ultimi sono portatori di una grande dignità. Essi incarnano il senso pieno di questa parola, perché vivono in una realtà dove la dignità non si ottiene facilmente."
Elegance and Dignity raccoglie dieci reportage, che attraversano l’India dello sviluppo industriale recente, del lavoro e della classe povera, dei villaggi agricoli e arcaici, l’India sacra e storica.
Il libro è il risultato di un progetto che ha seguito un unico percorso diversificato, volto a raccontare fotograficamente uno dei paesi più importanti nella scena mondiale, la cui economia è ormai al pari di quella cinese. Ho indagato le relazioni tra lo sviluppo industriale ed economico recente e la tradizione agricola.
^^ |CLICK TO PLAY