venerdì 20 settembre 2013
EGITTO - PIAZZA TAHIR A UN ANNO DALLA RIVOLUZIONE
A un anno di distanza dalla rivoluzione l’Egitto si trova dinnanzi a un ritorno al potere di oligarchie, stavolta di impronta islamica, disinteressate a risolvere i gravi problemi che attanagliano il paese . Piazza Tahir è il cuore pulsante della primavera araba in Egitto ed è diventato un presidio permanente. L’11 febbraio si sono avuti scontri davanti alla residenza presidenziale.
All’arrivo si percepisce immediatamente la tensione che scorre in questo paese tuttavia sembra che valga la parola d’ordine normalità. Gli egiziani con cui parlo non discutono volentieri di quanto sta accadendo. Malgrado il controllo di polizia serrato negli aeroporti, anche negli hotel, arrivato a piazza Tahir noto immediatamente l’assenza di qualsiasi forza armata. Mi spiegano che qui non potrebbero nemmeno farsi vedere, la piazza è del popolo, per ora.
Il Cairo è una città strana, come sospesa, la crisi economica si legge in centinaia di esempi e si ha una forte impressione di assenza di qualsiasi ordine sociale. Nella piazza della rivoluzione ci sono tende e presidi a memoria dei seri problemi ancora irrisolti, è notevole la presenza delle donne che rivendicano maggiore libertà contro un governo di stampo islamico che tenta di introdurre leggi retrograde a scapito dei diritti civili. Le manifestazioni in corso sono focalizzate soprattutto su questo aspetto, oltreché ovviamente mosse dalla mancanza di politiche per il lavoro a un anno dalla rivoluzione.
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