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giovedì 6 ottobre 2011

La prospettiva e la scelta dell'obiettivo o della focale adatta nella fotografia di paesaggio. Tutorial di composizione e tecnica fotografica, guida online.

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di Marco Palladino

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L'AUTORE TIENE DIVERSI WORKSHOP DI FOTOGRAFIA PAESAGGISTICA.
TUTTI I DETTAGLI NEL SITO: WWW.SCUOLAFOTOGRAFIA.NET
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La fotografia di paesaggio viene praticata almeno una volta da qualsiasi fotografo. A chi infatti non è capitato di trovarsi davanti a uno scorcio paesaggistico affascinante, magari al tramonto, e non lo abbia voluto immortalare? E’ di fatto un tipo di fotografia con cui si cimentano tutti prima o poi, anche coloro che desiderano solo portarsi a casa un ricordo di un luogo particolarmente bello. E sistematicamente succede che...la foto ricordi molto poco di quello che i nostri occhi vedevano al momento dello scatto, perché?
Il fatto è che la fotografia paesaggistica, anche oggi che il digitale permette di “pompare” molto colori e contrasto della luce, rimane un genere fotografico che cade velocemente nel piatto e banale se non si seguono diversi accorgimenti estetici e tecnici, tanto più perché siamo bombardati da immagini di paesaggi quasi irreali per quanto sono manipolate.
34In realtà diversi fattori tecnici e formali contribuiscono a rendere efficace un’immagine paesaggistica, e questo vale tanto per la pellicola che per il digitale, a prescindere dalla diversa resa cromatica e delle alte luci, tra i due sistemi. Il soggetto, l'ora del giorno e le condizioni atmosferiche per citarne alcuni, sono indipendenti dal mezzo di ripresa. Uno dei meno evidenti è però anche la prospettiva.

La prospettiva ha un effetto enorme sulle nostre fotografie, ma è qualcosa cui molti neofiti non prestano molta attenzione. Sicuramente l’uso degli zoom fin dall’inizio della propria avventura fotografica, per quanto estremamente utili in fase di ripresa, condiziona il fotografo che non è mai stato “obbligato” a scegliere la focale più corretta per determinare la prospettiva migliore per il soggetto.

Ci sono molti modi per alterare la prospettiva - le riprese da angolazioni insolite ad esempio, che ci permette di dare maggiore o minore importanza agli oggetti della scena. Il fatto è che in fotografia di paesaggio molto spesso si dimentica che la scelta dell’angolo di visione e del punto di ripresa sono un momento essenziale per trasformare in immagine una suggestione visiva. Uno degli errori più comuni dei principianti è voler includere tutta una scena, magari vastissima e imponente, perché è così che i nostri sensi la percepiscono. La fotografia invece richiede delle limitazioni formali, una di queste è appunto la prospettiva.

Lo studio della prospettiva è argomento complesso e si lega a diversi aspetti tecnici, che non si possono includere in un solo tutorial, tuttavia cerchiamo di soffermarci sulle differenze di prospettiva determinate dall’uso di focali differenti, nonché di inclusione/esclusione di piani visivi. Con questa lunga (e spero non inutile) premessa, possiamo intendere la prospettiva come presenza di oggetti in relazione gli uni agli altri, e in funzione della loro distanza dall'osservatore.
   
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La prima cosa da ricordare a proposito della prospettiva è che quando componiamo mettendo gli oggetti della scena molto lontani, questi appaiono più piccoli. E’ un effetto visivo che si coglie subito anche facendo fotografie con le classiche ottiche deputate al paesaggio, come il grandangolo, che tipicamente “riduce” la dimensione apparente degli oggetti, talmente tanto che poi la foto non ci ricorda nemmeno un po’ quello che vedevamo a occhio nudo. Al contrario se schiacciamo troppo i piani, ad esempio con una focale molto lunga (es 100mm), gli oggetti oltre ad apparire più grandi che a occhio nudo, sembreranno più vicini l’uno all’altro. Cambia insomma la relazione tra gli oggetti e tra gli oggetti e l’osservatore.
 
Per esempio, se avete una persona a mezzo metro di fronte a voi, e un'altra persona a sei metri dietro, c'è una grande distanza apparente tra i due. Ora allontanatevi di parecchi metri, diciamo 50 metri, e guardare di nuovo i due individui - la distanza apparente tra le due persone si è ridotta e questi appaiono molto più vicini, al limite quasi sullo stesso piano. Questo esperimento potete farlo anche a occhio nudo, dove più o meno avete una visione paragonabile a una focale reale di 50mm, con un angolo di campo di circa 45°

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Osservate le foto precedenti, quelle scattate con un teleobiettivo medio-tele o normale, si può vedere che la scena appare relativamente piatta - la distanza apparente tra i singoli elementi, alberi davanti in primis, è stati compressa e/o si crea l'illusione che gli elementi si susseguano praticamente uno sopra l'altro.

Questa foto a seguire, invece, scattata a monte Athos all’alba, funziona in primo luogo grazie alla scelta del momento di luce, ma anche per la prospettiva che rende più imponente la montagna a picco sul mare in relazione alla barca sottostante, che sembra passarci molto vicino (ma ovviamente ne era molto lontana).
   
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Ora, esaminiamo questa fotografie. Si può vedere che si ha un effetto completamente diverso - lo spazio sembra molto più aperto e la prospettiva, che è tridimensionale ai nostri occhi ma necessariamente subisce appiattimenti in fotografia, viene resa fotograficamente grazie ai diversi rapporti di ingrandimento tra gli oggetti.
 
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Che cosa significa tutto questo?

Che la scelta della focale giusta deve essere in cima ai pensieri del fotografo di paesaggi, sia quando prepara la sua borsa per un’escursione fotografica sia quando in fase di ripresa deve “immaginare” una foto che i nostri occhi, limitati a un angolo di campo normale, non possono trasmetterci. Oltre a un buon grandangolo, nella borsa del fotografo non dovrebbe mai mancare un obiettivo normale (50mm) e un medio tele, se non uno zoom di alta qualità che arrivi magari a 200 mm....senza dimenticare l’immancabile cavalletto! L’abbiamo detto che tra l’altro scattare con focali lunghe comporta l’uso praticamente obbligatorio del treppiede? :-) Magari ne parleremo in un prossimo tutorial...

In conclusione: quando si vuole trasmettere un senso di spazio o di vastità nella fotografia, un obiettivo grandangolare è d'obbligo. Includere qualcosa in primo piano vicino al punto di ripresa amplifica l'effetto desiderato.

Se si vuole fare una scena più astratta e interpretata, possiamo usare un teleobiettivo per appiattire la prospettiva. Insieme a una buona texture, questo metterà in risalto la natura grafica degli elementi della composizione.

© 2011 Marco Palladino

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