lunedì 25 maggio 2015
Cent’Anni di Fotografia Italiana in Mostra a Torino.
Aggiungi questo post al tuo FlipboardDal 29 maggio fino al 26 luglio presso la Sala Ipogea dell’Archivio di Stato si tiene la mostra “Una storia della fotografia italiana 1841 – 1941 dalle collezioni Alinari”.
Oltre 200 fotografie, originali d’epoca, per un percorso che inizia dal Risorgimento e termina con la seconda guerra mondiale.
Le fotografie esposte nella mostra raccontano due storie: quella della fotografia in Italia, che comprende anche opere di fotografi stranieri, e quella dei fotografi italiani, con scatti realizzati anche all’estero.
La mostra include dagherrotipi, preziosi sia per il supporto su lastra d’argento sia per il fatto che rappresentano un “unicum” non riproducibile; calotipi, negativi su carta, inventati nel 1841 da Fox Talbot; carte salate, albumine, platinotipie, gelatine bromuro d’argento, stampe colorate a mano, autochromes.
Dalla nascita della fotografia in Francia nel 1839, grazie all’ingegno di Daguerre, passò veramente pochissimo tempo perché quest’arte venisse appresa e sviluppata in Italia. Tra i primi dagherrotipisti troviamo Amici e Duroni e l’esposizione si apre proprio con un dagherrotipo italiano, un paesaggio fiorentino, datato 1841.
Esposti anche gli scatti di Brogi, Caneva, Ponti e dei Fratelli Alinari, che nel 1852 fondarono la famosa casa fotografica fiorentina.
La nascita dello Stato Italiano nel 1861 fu accompagnato dalla volontà di ritrarre l’unificazione nazionale attraverso una documentazione fotografica dei diversi patrimoni regionali, del folklore e delle tradizioni popolari, produzione che continuerà fino al 1910.
Il primo Novecento italiano è rappresentato da alcuni tra i più noti fotografi delle diverse correnti artistiche del periodo come il Pittorialismo, con le opere di Guido Rey, Peretti Griva e gli autochrome di Roster, e dagli scatti delle avanguardie come il Futurismo, con Paladini, Wanda Wulz, Castagneri, Parisio, fino ad arrivare agli autori del Neorealismo che si espresse magnificamente nella fotografia e nel cinema italiano.
Tra i materiali esposti in mostra si possono ammirare alcune delle icone della storia della fotografia italiana: i “Campi di Annibale” di Altobelli, i “Ritratti giapponesi” di Felice Beato, l’”Autoritratto” di von Gloeden, “Io+gatto” di Wanda Wulz, “Mussolini e Hitler” dell’Istituto Luce.
Nel percorso espositivo è stato incluso anche il patrimonio di fotografie conservato presso le Raccolte Museali Fratelli Alinari. Altri prestiti importanti provengono dalle collezioni torinesi: due stampe in collotipia, Alberobello e il ponte girevole di Taranto, dell’album “Nelle Puglie” realizzato da Vittorio Alinari nel 1914, conservato presso la Biblioteca Reale di Torino; l’Archivio di Stato di Torino ha offerto alcune fotografie sulla famiglia reale, realizzate da Ambrosetti negli anni Ottanta dell’Ottocento, e scatti che ritraggono il lavoro nelle Officine di Savigliano, una delle più importanti società italiane di meccanica, elettronica e carpenteria metallica del XX secolo.
La mostra è curata da Anne Cartier Bresson, Capo conservatore del Patrimonio, Direttrice del Laboratorio di restauro e conservazione delle fotografie di Parigi, e da Monica Maffioli, storica della fotografia, già Direttrice del Museo di Storia della Fotografia Fratellii Alinari di Firenze.
@Stefania Cappelletti
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