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mercoledì 12 ottobre 2011

Fotografia a teatro e ai concerti, fotografare in condizione di poca luce e senza poter utilizzare flash e/o treppiede oppure senza l’ausilio di teleobiettivi molto luminosi.

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di Marco Palladino

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Tutte le foto di questo articolo sono state realizzate con attrezzatura essenziale: fotocamera EOS 40D + obiettivo EF 50mm 1.8., senza flash e a mano libera. Come si spiega più avanti, è questo un corredo sufficiente e alla portata di qualsiasi principiante.
 
La fotografia di spettacoli di scena, che siano rappresentazioni teatrali o concerti jazz o comunque in situazioni al chiuso, con luci artificiali e senza l’uso di illuminazioni aggiuntive, è sicuramente uno dei generi più apprezzati da molti fotoamatori che si cimentano da poco con la fotografia reflex, ma al contempo uno dei più difficili anche solo per le complicazioni tecniche.


Mi trovo sempre in difficoltà quando un allievo che magari non ha nemmeno completato una formazione di base mi chiede lumi su come affrontare questo tipo di fotografia. Perché oltre a mancare dell’esperienza sufficiente per capire le tante difficoltà tecniche, spesso manca a questo anche un’attrezzatura adeguata.

Il “miracolo” degli alti ISO prodotto dalle moderne fotocamere digitali odierne sta rendendo possibile affrontare questo tipo di fotografia, ma aldilà del vantaggio indiscutibile che questo comporta, restano tutti i problemi legati all’impossibilità di utilizzare cavalletto, flash e, come molto spesso accade, il non avere obiettivi molto luminosi, indispensabili non soltanto per i tempi di scatto (su cui si può intervenire  modificando gli ISO) ma anche per un’efficace messa a fuoco dinamica.
 
Paradossalmente quindi se gli alti ISO facilitano il compito, spesso il principiante si trova ad affrontare situazioni in cui anche un professionista avrebbe difficoltà, soprattutto se sprovvisto di ottiche adeguate, il che è fonte di notevole frustrazione proprio perché si ignorano i motivi alla base degli errori di scatto.
 
Prima però di addentrarci negli aspetti tecnici, vorrei ricordare quanto sia importante, ad esempio per la fotografia di scena, riuscire a cogliere e trasferire proprio l'atmosfera e la tensione di questo tipo di situazioni, magari soffermandosi sui momenti precedenti la rappresentazione vera e propria (se possiamo accedere al backstage), quindi la fase di preparazione degli attori  fino a poco prima di salire sul palco. E successivamente cercare di compensare alla mancanza di teleobiettivi molto luminosi, che ci permetterebbero di sedere comodamente dietro il pubblico e scattare primi piani e vedute d’insieme frontali, proprio sbizzarrendoci nella scelta del punto di visione e del momento più speciale, almeno durante le esecuzioni se non si riesce ad avere accesso al backstage. Tra l’altro, l’atteggiamento  "monto il teleobiettivo e riprendo dal fondo della sala così posso fotografare ciò che voglio senza dar fastidio a nessuno”, sortisce l’effetto di farci realizzare una serie di immagini tutte uguali e generalmente piatte/frontali.
 
Momenti divertenti o espressioni singolari in scena
Aperto il sipario agli attori o ai musicisti, ci si pone il problema di come fotografare quanto accadrà in scena o sul palco. Date le limitazioni suddette, voler perseguire l'immagine nitida a tutti i costi può risultare una scelta perdente, meglio piuttosto saper cercare ed aspettare il momento e la situazione giusti.
 
Generalmente un principiante si concede il “lusso” di qualche ottica fissa. Un obiettivo 50mm ad esempio è secondo me obbligatorio per tutti i generi fotografici anche all’inizio dell’esperienza fotografica. Un obiettivo di base costa intorno ai 100 euro, che è una cifra assai abbordabile, e con un’apertura di almeno F1.8 ci garantisce una quantità di luce che è fino a 16 volte maggiore di quanta ne passa attraverso l’obiettivo venduto col kit delle fotocamere di fascia bassa.
 
Attenzione, senza entrare nello specifico, è fortemente sconsigliato usare questi obiettivi a massima apertura, però sappiate che quale che sia il diaframma impiegato, l’autofocus avrà fino a 16 volte più luce per focheggiare sul soggetto e questo, potete starne certi, si traduce in immagini più nitide e tempi di scatto più veloci se ci si destreggia bene con aperture al limite (a parità di ISO).
 
Un’alternativa sono gli obiettivi moderatamente grandangolari, come un 35mm o un 28mm, anche questi solitamente acquistabili a cifre ragionevoli e dotati di ottima apertura di diaframma. Parliamo sempre di focali con valori di riferimento dati dal formato full frame, se si utilizzano fotocamere APS-c occorre fare i relativi adattamenti. Un grandangolo ha anche la grande virtù, in questo caso, di farci guadagnare parecchio quanto a profondità di campo, quindi ci permette di lavorare con diaframmi moderatamente aperti senza eccessiva perdita di nitidezza.
 
31Tutto questo ci obbliga ovviamente a stare molto vicini ai soggetti o alla scena che vogliamo rappresentare, tanto più se desideriamo fare un primo piano. La possibilità di operare piccolo ritagli, grazie ai molti megapixel di cui dispongono le fotocamere odierne, ci garantisce di chiudere un po’ sul soggetto, successivamente, laddove la focale impiegata non sia stata all’altezza del compito. Questa ovviamente non dovrebbe mai essere la norma, ma come si dice, meglio così che non portare per niente a casa lo scatto.
 
Un’altra soluzione che sicuramente consiglio a chi è un po’ più pratico è quella di focheggiare a mano. Spesso gli obiettivi, oltre a faticare per la poca luce a disposizione dell’autofocus della fotocamera (che nelle fotocamere più economiche è certamente meno performante già di suo), non sono dotati di un motore di messa a fuoco molto reattivo. Ci si trova in quelle tipiche situazioni in cui l’obiettivo fa avanti e indietro tentando di catturare qualche cosa e se e quando ci riesce il momento che abbiamo visto è bello che passato.
 
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Le difficoltà tecniche purtroppo non sono finite qui e tra l’altro le abbiamo descritte senza entrare troppo nello specifico, però è chiaro che oltre allo scatto è diventato molto importante oggi lavorare bene in post-produzione per ricreare una corretta armonia cromatica. Con le luci artificiali, affidarsi al bilanciamento del bianco fatto automaticamente dalla fotocamera è un vero suicidio.
 
D’altronde con la pellicola questo era uno degli aspetti più difficili e mancando pellicole per tutte le situazioni spesso si doveva intervenire con filtri colorati per adattare il colore della luce o anche interpretarlo. Oggi si richiede al fotografo soltanto di capire come funziona la lettura del colore nella fotocamera e poi di intervenire successivamente, con una paletta infinita di possibilità, a ribilanciare l’immagine.
 
Nelle foto di esempio, la post-produzione è semplicissima ma molto accurata. Non occorre intervenire sulle curve se non per riportare un po’ di luminosità laddove, per non usare tempi troppo critici, si è preferito sacrificare un po’ di luce (mai più di 1/2 stop!). Personalmente essendo abituato alla pellicola preferisco non alzare troppo gli ISO della fotocamera, ma ovviamente se si lavora ad alti ISO è poi necessario intervenire un minimo sul file per ripulirlo dal rumore. Il bilanciamento del bianco invece è l’aspetto più importante per un resa fedele dell’atmosfera creata dall’illuminazione artificiale. Va da sé che con luci dai colori diversi, questo aspetto è particolarmente problematico. Chiaramente scattare in RAW aiuta non poco in questo tipo di fotografia.
 
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Per concludere è importante non perdersi alla ricerca di immagini a tutti i costi spettacolari, ma è fondamentale concentrarsi sugli effetti scenici o sui colori generati dalle luci artificiali, nei concerti, e sulle espressioni dei volti o sui gesti che ben rendono l’acting in scena. Credo che si debba essere onesti con sé stessi, innanzitutto, e concedersi il piacere di sperimentare, cambiare punto di ripresa, concentrarsi sui dettagli o sull’atmosfera, al costo di commettere errori certo ma con la possibilità di riportare a casa qualche scatto che senza troppe pretese ci ricorda però correttamente l’esperienza che abbiamo vissuto.
 
Non fatevi prendere dall’ansia del risultato, lasciate questo fardello a chi lo fa di professione e deve a tutti i costi avere ritratti nitidi di un attore o un cantante, concedetevi di vivere la fotografia per il vostro puro piacere, in questo modo tanti limiti tecnici e pratici non saranno poi così importanti e, soprattutto, alla prossima esperienza sapremo meglio affrontare le difficolta della fotografia di scena.
 
 


SPETTACOLO TEATRALE FOTOGRAFATO CON EOS 5D MK2 + EF 50MM 1.4 USM

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