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martedì 23 novembre 2010

Tubi prolunga macro (extension tube) EF 12 - test con obiettivi ef 17-40, 70-300, 50 1.4, 85 1.8, 100 macro

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Ho voluto provare un po’ di obbiettivi che al momento possiedo in associazione con il tubo di prolunga per aumentare la capacità macro, l’extension tube EF 12 della Canon, versione I (unica differenza con la versione II e che monta solo ottiche EF non EF-S).

Volevo verificare se fosse possibile, con uno di questi obiettivi, poter lasciare a casa il 100mm macro che attualmente uso, senza avere perdite eccessive nella capacità di ingrandimento, in particolare l’EF 85mm 1.8 che si avvicina molto per focale e qualità, con una luminosità anche maggiore.

Le foto che riporto hanno solo lo scopo di presentare i diversi rapporti di ingrandimento possibili con le combinazioni non certo la qualità delle ottiche provate, sono scatti veloci senza particolare cura. E’ ovvio che il 100mm 2.8, aldilà del rapporto di ingrandimento 1:1, possiede diverse altre virtù più prettamente ottiche e la messa a fuoco senza fine, che lo rendono un obiettivo perfetto per questo tipo di fotografia.

Dal momento che gran parte della fotografia macro si esegue a diaframmi molto chiusi e comunque con grandi difficoltà di profondità di campo, ero soprattutto curioso di vedere come rendesse un obiettivo grandangolare montato con il tubo di prolunga, dato che a focali più corte si guadagna certamente in PDC e che alcuni bravi fotografi specializzati in macro utilizzano queste focali con grande successo.

La prima cosa da notare è che montando i tubi si perde completamente la messa a fuoco automatica, o meglio la messa a fuoco automatica diventa lenta ed erratica, praticamente inutilizzabile. Soltanto se montato sul 100mm macro si mantiene ancora la capacità di autofocus, benché lenta e imprecisa, ma soltanto a una certa distanza. Avvicinandosi alla minima distanza di messa a fuoco, l’autofocus è incapace di catturare il soggetto. Questo avviene comunemente con tutti gli obiettivi, che in manuale permettono pochi cm di avvicinamento in più, ma con l’extension tube il gap di MDF è ancora più esteso.

Non considero affatto questo un problema dal momento che la fotografia macro si fa sempre con messa a fuoco manuale. Non avendo il Live View sulla mia Eos 1ds mk2 sono abituato soprattutto a fidarmi del bip di segnalazione della messa a fuoco che si attiva anche quando l’obiettivo sta su MF, fortunatamente anche con i tubi di prolunga.

Gli scatti ovviamente sono stati eseguiti con fuoco alla minima escursione e avvicinando il più possibile l’obiettivo al soggetto senza andare fuori fuoco, quindi rappresentano il massimo ingrandimento possibile con le suddette ottiche + tubi.

Ecco il risultato (clicca per ingrandire l'immagine):

Come si può notare dall’immagine finale, tra gli obiettivi provati soltanto il 17-40 ha una qualche capacità macro, infatti parte già abbastanza avvantaggiato in quanto senza tubi ha una capacità di ingrandimento simile all’ef 85mm 1.8 con i tubi da 12.


Avevo grandi speranze per l’85mm la cui qualità ottica, peso ridotto, motore ultrasonico lo rendevano il candidato tuttofare ideale a soppiantare il 100mm sul campo, ma così non è. Resta ovviamente un’eccellente ottica da ritratto e con un incredibile rapporto qualità prezzo.

Praticamente alla pari il 70-300 e il 50mm, con la differenza ovviamente che il primo pesa e ingombra di più e, soprattutto, che raggiunge lo stesso ingrandimento alla focale di 300mm contro i 50mm del secondo. Questo comporta vantaggi e svantaggi. Migliore sfocato dello sfondo sicuramente e soprattutto una grande distanza dal soggetto, utile quando si fotografano soggetti animati quali insetti o piccoli rettili. Il 50mm dal canto suo è leggerissimo, facile da usare ma ci porta letteralmente a pochi centimetri dal soggetto fotografato.

Il grande performer è sicuramente il 17-40, che esteso a 40mm con i tubi arriva a un rapporto di ingrandimento più o meno di 1:2...direi non male per niente, soprattutto perché essendo uno di quegli zoom che si portano sempre dietro, all’occorrenza diventa un discreto obiettivo per fare macro non tanto spinte. Ci sono però degli inconvenienti: al massimo ingrandimento ottenibile a 40mm, il vetro si trova a pochissimi centimetri dal soggetto, praticamente ci va a letteralmente sbattere ogni volta che proviamo a focheggiare muovendolo (fuoco manuale). Se messo a 17mm la messa a fuoco cade addirittura davanti, quindi dovremmo come focheggiare “dentro l’obiettivo”!

A 40mm ovviamente abbiamo una maggiore PDC a prescindere dal diaframma, il che ci permette di lavorare con diaframmi meno chiusi e quindi condizioni di luce meno critiche e iso più bassi, ovviamente l’estrema vicinanza rande impossibile l’uso di un flash tradizionale e comunque rischia sempre di creare ombre indesiderate. Senza contare che ovviamente pure l’animaletto più rimbambito si accorgerebbe della nostra presenza! Ma resta comunque un’opzione valida per tutte le foto ai fiori e agli oggetti, e a un costo davvero irrisorio (per chi possieda già il 17-40).

©2010 Marco Palladino--------------------

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